Califano (A.C. Prato): «In attesa delle decisioni della federazione, questo il mio pensiero…»

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  • 23 Aprile 2020
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di Roberto Nardi

Anche il Prato calcio sta vivendo una situazione in stand by in attesa di capire se ci sono le possibilità di terminare il campionato di serie D, oppure la stagione sia da ritenersi terminata.

«Al momento restiamo in attesa di sapere le decisioni che verranno adottate – commenta il direttore sportivo Gianni Califano, raggiunto telefonicamente a Giulianova dove risiede – fino ad oggi sono tutte ipotesi. Intanto devono ancora uscire i decreti in merito a quello che si potrà fare dopo il 4 maggio, sperando sempre in un calo di contagi e decessi e le decisioni in primis devono arrivare dalle autorità sanitarie».

Si parla di una ripresa degli allenamenti della serie A con dei protocolli sanitari particolari e solo dopo a tappe, si potrà valutare le decisioni anche per le serie inferiori.

«La serie D è a ridosso della C e molto potrebbe dipendere da cosa si deciderà in quella categoria – prosegue Califano – ci saranno tante società tra C e D, guidate da presidenti che hanno aziende, che andranno in difficoltà, perché sono cambiate le priorità. Per ora vedo che il presidente della Lega Dilettanti Sibilia sta parlando e agendo bene e accetteremo le decisioni che verranno adottate. In serie D ci sono 160 squadre ma tante società non hanno pagato gli stipendi di gennaio e febbraio. E’giusto tutelare chi lavora, ci sono famiglie in difficoltà, ma non bisogna abbandonare i propri ragazzi. Fortunatamente la nostra società è sana e voglio sottolinearlo, ci sta molto vicino. I ragazzi continuano ad allenarsi da casa seguiti dallo staff tecnico».

Lo stop forzato a marzo (i biancazzurri hanno giocato l’ultima partita il 23 febbraio con la vittoria a Vado) ha visto la Lucchese prima in classifica con un punto di vantaggio sul Prato che per buona parte di stagione è stato in testa alla classifica.

«Eravamo in testa fino alla domenica prima della sospensione – continua il d.s. biancazzurro – il pareggio con il Bra al ’94 ci è costato il primato che avevamo tenuto per tante settimane in un campionato con un bel duello con la Lucchese e con altre squadre come Caronnese, Casale e Seravezza che con 9 partite ancora da giocare potevano giocarsi le proprie chance. Se non riusciamo a finire il campionato resta il rammarico di non aver vissuto un finale emozionante».

Il direttore sportivo laniero esprime il suo pensiero sulle prospettive future in relazione alla chiusura della stagione, analizzando le due possibilità di riuscire a chiudere i campionati oppure alla sospensione definitiva della stagione.

«Partendo dal presupposto che un rischio zero non ci sarà, una volta che l’autorità sanitaria avrà dato il via libera alla ripresa delle attività – spiega Califano – sarebbe importante riuscire a concludere i campionati nei prossimi mesi, anche a settembre. Ci sarebbero da risolvere dei problemi burocratici legati ai prestiti e tesseramenti che scadono il 30 giugno, ma si potrebbero superare. Nel caso in cui saremmo costretti ad annullare i campionati, non assegnerei lo scudetto, premiando simbolicamente l’Atalanta e la città di Bergamo duramente colpita e i suoi tifosi. Poi nei vari campionati promozioni e retrocessioni secondo le modalità dei vari campionati. Poi potremo aprire il capitolo ripescaggi perché penso che anche in serie C ci sarà difficoltà a raggiungere 60 squadre. Si stila una classifica onesta, giusta e meritocratica e anche in serie D premiare le seconde tenendo presenti i distacchi in classifica. Non lo dico per interesse personale, ma una seconda a dieci punti non può avere la stessa valenza di una seconda a un punto. Poi da parte della Lega ci dovrà essere una deroga anche sugli stadi visto l’emergenza che stiamo attraversando, anche se non voglio toccare questo argomento e non l’ho mai fatto in questi quattro anni, sulla querelle dello stadio con il comune. Una deroga per tutti di un anno, ma l’importante è premiare l’onesta, serietà e solidità delle società».

Questa emergenza dovrebbe portare tutte le componenti a una seria riflessione e una riforma del sistema calcio, soprattutto per le serie inferiori che sono le meno tutelate.

Gianni Califano, direttore sportivo A.C. Prato